Blog > Ottobre 2018 > Avventura a bordo di un Tuk Tuk

Avventura a bordo di un Tuk Tuk

Pubblicato:

Condividi:

Take it offline!

This Education in Motion resource is also available as a printable PDF.

Download PDF

"Mi chiamo Mitch St. Pierre, soffro di osteogenesi imperfetta, ovvero le mie ossa sono fragili come il vetro e per questo motivo uso una carrozzina. So cosa starete pensando, cosa diavolo ci fa una persona nella mia condizione nella giungla cambogiana, a chilometri dalla civiltà e su una carrozzina? Beh, diciamo che ho un animo avventuroso. Ero in questa giungla nel nord della Cambogia con il mio grande amico canadese, Shawn, e il nostro nuovo amico Max che lavorava nel mio hotel."

Fu a un’ora assurda della fresca notte cambogiana che la voce di Shawn mi svegliò dal sonno profondo.

“EHI AMICO! C’è qualcosa là fuori!”

Conoscendo Shawn, pensai fosse uno dei suoi soliti scherzi, ma stetti comunque a sentire.

A quel punto lo sentii, sembrava uno pterodattilo assetato di sangue, il suo urlo nel buio pesto della notte. Capimmo che la nostra fine era vicina e tutto quello che riuscimmo a fare fu tremare l’uno nelle braccia dell’altro, sperando per il meglio ma aspettandoci il peggio. “Questo non era previsto!” fu quello che pensammo tutti in quel momento.

Dopo aver girato un documentario con Shawn nel 2011, fui stregato dal posto, perciò comprai un piccolo resort a Siem Reap, in Cambogia. L’hotel era dotato di piscina, bar e ristorante, un rifugio accogliente per qualsiasi viaggiatore. Ho gestito questo posto negli ultimi tre anni. Siem Reap è la patria di Angkor Wat, il più grande monumento religioso e complesso di templi del mondo, con i suoi villaggi galleggianti e allagati, così come le altre irresistibili esperienze esotiche. Tutto questo ha reso la mia permanenza a Siem Reap lodevole. Tuttavia, non può essere comparata all’attraversamento della campagna aperta cambogiana e la visita di posti dove i turisti solitamente non sono soliti recarsi.

Destinazione Siem Reap

Quattro notti. Obiettivo: Attraversare il paese partendo da Phnom Penh, la capitale della Cambogia, fino a Siem Reap a bordo di un tuk tuk che mi ero appena procurato. Un tuk tuk è praticamente una sorta di carrozza trainata da una motocicletta. Dovevamo riportarlo a casa, dall’altra parte del paese, perciò pensammo di approfittarne per vivere un’avventura guidando fino a Siem Reap nel nord-ovest.

Una volta partiti da Phnom Penh, ci avviammo verso il nord lungo il grande fiume Mekong. Al tramonto, trovammo un monastero dove passammo la notte. Ci mettemmo di nuovo in viaggio il mattino seguente dopo essere stati svegliati dai monaci, prossima fermata Stung Treng. Avevamo viaggiato per l’equivalente di mezza giornata in tuk tuk quando realizzammo che stavamo andando nella direzione sbagliata verso il confine del Laos, perciò dovemmo rifare tutto il viaggio per tornare indietro per poi attraversare il fiume Mekong su un traghetto. Una volta giunti dall’altra parte, passammo le giornate inseguendo i tramonti dell’incontaminata metà del nord della Cambogia.

Ancora mi stupisco di come ce l’abbiamo fatta. Dalle intere giornate alla guida e il caldo insopportabile alle strade polverose e sconnesse della giungla cambogiana. Senza dimenticare che tutti e tre condividevamo lo spazio angusto di un tuk tuk per 16 ore al giorno. Nonostante guidare per quelle strade deserte fu la più grande sfida, riuscimmo nell’impresa.

La sete di avventura

Il sole rovente e il dover guidare saranno anche stati un putiferio, ma credo che il cibo abbia superato tutto. Non era assolutamente quello a cui eravamo abituati, era quello che molte persone etichetterebbero come “particolare”, a dir poco. Dalle uova fecondate alle teste di piranha bollite. La lista è infinita. E’ come immaginereste un’escursione cambogiana nei vostri sogni più bizzarri. Nonostante abbia apprezzato tutto ciò, non mangiammo molto, ma lo raccomanderei a chiunque sia in cerca di una nuova dieta.

Dopo una lunga giornata calda e impegnativa, la notte era la parte della giornata che più attendevamo. Io, Shawn e Max ci recavamo in un posto a caso, bevevamo qualche drink e parlavamo delle nostre avventure di quella giornata. Solo a guardarci, non immaginereste mai che io e Shawn in soli 10 anni abbiamo girato il mondo, esplorando quasi ogni centimetro di esso. Con le nostre escursioni avventurose sono venute fuori tante storie e stavo perdendo memoria di alcune di esse.

Incontrai Shawn 13 anni fa all’università. Lì scoprimmo di condividere la passione per l’avventura. La nostra ossessione per la natura e l’avventura è quello che ci ha reso migliori amici.

La nostra prima avventura fu quella che potrei descrivere come l’inizio della nostra passione per i viaggi. L’America Latina segnò l’inizio delle nostre nuove vite. Viaggiammo per quattro mesi interi, con la mia carrozzina Quickie, e sperimentammo una vita totalmente diversa dal solito. Dall’avere un’arma puntata addosso al rimanere bloccati su delle isole deserte, e chi più ne ha più ne metta, ne abbiamo passate abbastanza. So che starete pensando che tutto questo potrebbe essere la causa di un disturbo post-traumatico da stress. Ma per noi è tutto ciò che desideriamo. Il brivido dell’avventura è la cosa che lo rende più interessante e ci spinge ad andare oltre.

I segreti nascosti della natura selvaggia

Vi starete chiedendo cosa ci accadde dopo aver sentito quell’urlo lacerante nel cuore della notte. Beh, in breve, siamo ancora vivi e vegeti, quindi non fummo divorati, né riuscimmo a scoprire poi cosa fosse. Non siamo mai riusciti a identificare la bestia nonostante la registrazione audio in nostro possesso. Nonostante tutto, questa esperienza ci diede un nuovo modo di approcciare la vita, quello che solo chi è riuscito a sfuggire alla morte può comprendere.

Una volta arrivati a Siem Reap, perfino io stesso non riuscivo a sopportare la mia stessa puzza, figuriamoci quella dei miei amici. Dire che ero felice di essere tornato a casa sarebbe un eufemismo. Finalmente, potei tornare alle mie due o tre docce giornaliere e non una in sette giorni come durante l’esperienza nella giungla.

Ho ricordato con nostalgia non solo questa avventura, ma anche tutto il resto che mi ha portato a questo punto della mia vita. Da ogni avventura ne uscivo rinnovato. Non era mai lo stesso. Ripenso a come molte volte ero nervoso di quello che sarebbe potuto accadere lungo il tragitto, ma me la sono cavata tutte le volte, riscoprendomi più forte di prima.

La più grande lezione che ho imparato durante tutti questi anni passati a viaggiare è che va bene avere paura di dirigersi verso l’ignoto. L’importante però è sapere che andrà tutto bene indipendentemente da ciò che accade. Negli ultimi 10 anni ho viaggiato per il mondo e ho vissuto tante esperienze. Mentre scrivo adesso, sono la prova vivente che tutto può essere realizzato e che non c’è un posto che non possa essere raggiunto.

Spero che torniate a leggere di altre mie avventure. Comunque sia, vi lascio con la mia citazione preferita, la cui origine per me è ancora un mistero. Recita così: “Una nave in porto è al sicuro, ma non è per questo che le navi sono state costruite.”

CHI E’ L’AUTORE

Mitch St. Pierre è un rinomato uomo d’affari, viaggiatore, consigliere politico, produttore cinematografico ed ex candidato per il partito liberale del Canada.

Ha viaggiato per più di 40 paesi sulla sua carrozzina Quickie, che gli ha donato una vista sul mondo che solo in pochi hanno.

Dalle enormi città dell’Asia fino alla giungla della Cambogia, per non dimenticare il suo ruolo nel comitato del Commercio Internazionale del Canada, ha visto, provato e sentito tutto.

Essendo un uomo d’affari, Mitch ha diverse imprese in Asia che vanno da un hotel e ristorante alla gestione di un’attività turistica.

La prima del suo film è stata trasmessa a livello nazionale su Canadian Broadcasting Corporation in Canada e Current TV negli Stati Uniti. I suoi film, essendo focalizzati principalmente sulla scena internazionale, provengono dalle parti più remote del pianeta. A livello politico, Mitch ha caldamente esortato le regioni in conflitto affinché lo autorizzassero a incontrare leader mondiali come l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, l’ex presidente colombiano, Álvaro Uribe, e molte altre personalità influenti.