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L’ippoterapia è considerata una terapia integrale perché influenza positivamente lo sviluppo cognitivo, fisico, emotivo, sociale e occupazionale. Il fatto che sia benefica in così tanti aspetti, la rende uno strumento molto utile per migliorare la qualità della vita delle persone disabili.
Poiché è praticata in un determinato ambiente e in determinate condizioni per i pazienti con disabilità motorie o intellettuali, la terapia equina richiede una preparazione speciale da parte dei professionisti che la praticano poiché, oltre a conoscere bene i cavalli, devono avere una preparazione in fisioterapia, psicologia e pedagogia.
L'evoluzione dell’ippoterapia
L'equitazione terapeutica, o terapia equina, è stata praticata per secoli. In effetti, nella Grecia classica si consigliava di cavalcare un cavallo come metodo per prevenire e curare vari disturbi del corpo e della mente.
Come sappiamo oggi, l’ippoterapia fu introdotta negli Stati Uniti e in Canada intorno al 1900. Nel 1969 fu creato il primo centro specializzato in terapia equestre e nello stesso anno nacque NARHA, l’associazione che coordina e riconosce ufficialmente queste terapie.
In Italia ebbe origine nel 1975 con la dottoressa Danièle Nicolas Citterio, una psicologa francese che fondò l’ANIRE dando vita alla riabilitazione equestre come forma di terapia che desse benefici nell’ambito neuromotorio e dello sviluppo delle abilità relazionali dei soggetti disabili. La sua terapia toccava aspetti importanti come l’autostima, la fiducia e la gratificazione incentivata dalla relazione uomo-animale.
Si è cominciato quindi ad usare l’ippoterapia in Italia inizialmente come sostegno alle cure tradizionali per problemi neuro-motori e di tipo psico-motorio, e in seguito in situazioni quali autismo, traumi gravi, paralisi cerebrale infantile, sindrome di Down, disturbi del linguaggio e del comportamento.
Le attività che questo tipo di terapia prevede in Italia si basano sulla cura della relazione col cavallo e con l’ambiente, un corretto approccio al cavallo e la conduzione dell’animale. Tutto questo viene poi sviluppato in modo naturale a seconda delle capacità e delle situazioni individuali.
I benefici dell’ippoterapia sono svariati e derivano da tanti fattori. Un esempio possono essere le emozioni intense suscitate dal cavallo, animale estremamente sensibile, e quelle generate dall’ambiente stesso del maneggio. Questo prevede occasioni di socializzazione e cooperazione, ma richiede anche il rispetto di regole di sicurezza e di norme di convivenza. Inoltre si tratta di un ambiente di per sé stimolante per gli elementi olfattivi, visivi, sonori così caratteristici e particolari che offre. Non è poi da trascurare il fatto che i maneggi siano solitamente collocati in zone verdi: consentono in questo modo anche un contatto diretto con la natura anche per la loro dislocazione.
L’ippoterapia si prefigge inoltre come scopo quello di migliorare il tono muscolare, l’equilibrio e la coordinazione neuro-motoria dei praticanti. Attua anche miglioramenti funzionali psichici e motori mediante gli stimoli determinati dall’interazione uomo/cavallo sia a livello neuro-motorio che neuro-psicologico.
Nella terapia con i cavalli si prevede la presenza di personale qualificato quali psicologi e fisioterapisti che si affianchino a istruttori di equitazione che veicolano la relazione con l’animale mettendo l’utente sempre in condizioni di sicurezza. Naturalmente anche gli animali coinvolti nella riabilitazione equestre devono essere adatti allo scopo e vanno scelti accuratamente.
Benefici fisici e psicologici dell’ippoterapia
La terapia con i cavalli è raccomandata per le persone con disabilità psichiche, fisiche o sensoriali, per le persone con disturbi psicologici, linguistici o di apprendimento e anche per le persone con problemi di emarginazione o disadattamento sociale. Può essere utilizzata da adulti e bambini, anche nella stimolazione precoce.
Perché il cavallo viene utilizzato per eseguire queste terapie? Il cavallo è un animale dolce, silenzioso, adatto e socialmente accettato e trasporta le persone. Le sue grandi dimensioni danno fiducia e sicurezza.
A livello fisiologico il cavallo trasmette al nostro corpo calore che aiuta a rilassare muscoli e legamenti, e il flusso sanguigno dell'animale stimola il sistema circolatorio.
D'altra parte il cavallo trasmette impulsi ritmici alla cintura pelvica, alla colonna vertebrale e alle gambe del cavaliere, fornendo stimoli in grado di regolare il tono muscolare e la coordinazione. La marcia del cavallo trasmette anche un modello di locomozione tridimensionale e un senso di movimento e slancio in avanti.
Riassumendo, i benefici fisici della terapia equina comprendono lo sviluppo del tono muscolare, facendo lavorare diversi muscoli contemporaneamente, aumentando la forza, la resistenza, l'equilibrio, il coordinamento e migliorando le capacità motorie.
Per quanto riguarda i suoi benefici psicologici, la terapia equina consente di associare sensazioni fisiche a nuove reazioni psicologiche in relazione a se stessi e all'ambiente.
Quasi tutte queste sensazioni sono legate all'area psico-affettiva, ma anche alla stimolazione cognitiva e all'espressività. In questo senso, la terapia equina aumenta l'autostima e la sicurezza, promuove l'autonomia e l'autocontrollo, migliora la comunicazione, la concentrazione e l'attenzione e sviluppa il rispetto per gli animali.
Le diverse discipline della terapia equina
Tra le altre malattie e disabilità, la terapia equina è raccomandata per le persone che soffrono di sclerosi multipla o di qualsiasi altra malattia neurodegenerativa, spina bifida, malattie da trauma, traumi, autismo o sindrome di Down. A seconda del tipo di paziente e delle sue condizioni ed esigenze, si consiglia un tipo di terapia equestre piuttosto che un altro.
Equitazione pedagogica
Si concentra sull'adattamento del cavaliere alla cavalcata e sulla stimolazione dell'affettività verso il cavallo. È uno dei metodi più seguiti nella terapia equina e si basa sia sul cavallo, sia sull’ambiente dove si svolgono gli incontri e sulle persone coinvolte (paziente, professionisti, famiglia e compagni, ecc.). Quando la terapia si concentra esclusivamente sulla stimolazione dell'affettività parliamo di un'altra disciplina chiamata terapia equina sociale.
Equitazione adattata
Più che una terapia è uno sport adattato rivolto a coloro che praticano l'equitazione come opzione ricreativa o sportiva, ma a causa della loro disabilità hanno bisogno di un adattamento per salire a cavallo o durante l'equitazione. L’equitazione adattata è considerata terapia equina o terapia equestre perché offre gli stessi benefici dell’equitazione pedagogica ed è più stimolante per alcuni pazienti.
Ippoterapia
Consiste nella realizzazione di esercizi fisioterapici su base neurofisiologica con e sul cavallo. Cerca di ottimizzare alcuni dei benefici medici della terapia equina nell'ambito fisico, come la trasmissione del calore corporeo del cavallo alla persona, gli impulsi ritmici e il movimento tridimensionale.
La terapia equina non è una moda passeggera. I suoi benefici sono chiaramente collegati a fattori fisiologici e psicologici che sono ragioni convincenti per incoraggiare questa disciplina tra le persone con disabilità.